Sinossi
In una località sperduta della Mesopotamia alcuni archeologi lavorano
per riportare alla luce le rovine di un’antica città. Louise Leidner, la
bellissima moglie del capo della missione archeologica, è ossessionata
da oscure visioni. Quasi tutti i suoi compagni la considerano malata di
nervi ma forse, nel passato della donna, si nasconde veramente qualcosa
di terribile, qualcosa o qualcuno che vuole portare a termine una
tremenda vendetta. La tensione sfocia infine in un orrendo delitto, che
solo Poirot riuscirà a spiegare.
Recensione
La lettura di Giugno della #readchristie2022 è legata all'archeologia, argomento che mi ha sempre affascinata, ho quindi terminato in pochi giorni "Non c'è più scampo" di Agatha Christie. Intitolato "Murder in Mesopotamia", è stato pubblicato nel 1936 e riadattato nella serie televisiva con David Suchet nei panni di Poirot. La Christie ci consente di osservare da un punto di vista privilegiato la vita degli archeologi in uno scavo in Medio Oriente, tra fatica, momenti di socialità e invidie. La forzata convivenza di un gruppo di estranei, ognuno con un background diverso, è esasperata dal clima di tensione che serpeggia in questa comunità la cui origine sarebbe da ascriversi al comportamento di Louise, moglie del Direttore. Per aiutarla a curare un presunto esaurimento è assoldata l'infermiera Amy a cui l'autrice assegna l'originale ruolo di narratrice. Un espediente simile l'ho ritrovato anche in "L'assassinio di Roger Ackroyd" nel quale è invece un medico a presentarci il resoconto del caso. Il povero Hastings è chissà dove in Sudamerica e la Christie lo ha brillantemente soppiantato con questa donna pratica, diretta e con una certa dose di coraggio/incoscienza. Le minacciose lettere ricevute da Louise,i rumori che si sentono nel deposito dei reperti preziosi, l'atteggiamento losco di più di un componente della spedizione impegneranno notte e giorno Poirot, al punto che non avrà nemmeno il tempo di preoccuparsi di spolverare le proprie scarpe o allineare ordinatamente gli oggetti nella stanza del delitto. Finalmente il nostro beniamino è un personaggio e non una macchietta, come in "Aiuto,Poirot!" e le sue primissime avventure, quando era necessario presentarlo ai lettori. Sebbene la mia ambientazione preferita sia quella cittadina o meglio ancora l''antica residenza di campagna ho davvero apprezzato il libro per l'intreccio non scontato, le trame secondarie, i personaggi accattivanti e i piccoli dettagli che la Christie ha seminato come briciole nel bosco per condurci alla verità.
Voto:5/5
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