Recensione: Gravity è senza dubbio uno dei libri più coinvolgenti che io abbia mai letto.
Una volta terminato, ero indecisa se ritornare a pagina 1 oppure correre ad acquistare il secondo ed il terzo volume della trilogia.
La protagonista è Ari Alexander, residente a Sydia, città costruita al termine della IV guerra mondiale ed eletta capitale dell’America o perlomeno di ciò che resta di essa.
La vita della figlia del Comandante Alexander è stata programmata fin nei minimi dettagli, dal severo addestramento militare al futuro matrimonio con Lawrence, erede del Presidente Cartiers.
Ogni terrestre è infatti quotidianamente obbligato a prestarsi al prelievo e ad indossare una benda per non vedere il misterioso visitatore.
La perfetta società in cui vive, rigidamente organizzata in Chimici ( inventori delle pillole nutritive divenute indispensabili vista la difficoltà nel reperimento dei generi alimentari dopo il conflitto), Parlamentari (coloro che detengono il potere politico) ed Ingegneri (si occupano di organizzare la distribuzione delle risorse e mantenere l’ordine) si rivela fondata su delle bugie.
Jackson le rivela che gli umani si sono opposti alla coesistenza delle due specie, infrangendo gli storici accordi con gli Antichi i quali invece avevano contribuito a rendere la Terra nuovamente coltivabile.
La situazione si aggrava giorno dopo giorno e lui ha bisogno dell’aiuto di Ari per scoprire le armi che a Sydia si stanno progettando e sventare così l’imminente guerra, obbligando i leader terrestri ad accettare la loro presenza sul pianeta.
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Ari: “Ti aspetti davvero che io mi fidi di un Antico più che della mia famiglia? “
Jackson: “No, ma spero che tu mi sorprenda.”
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La compassione che nutre per ogni essere vivente ed il coraggio che la rendono un grande leader, sono alcune delle caratteristiche che fanno di Ari un personaggio indimenticabile.
La relazione da lei intrecciata con Jackson con i momenti di incertezza, le omissioni e i gesti inaspettati regala la lode a Gravity.
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Ari: “ E’ come se la gravità scomparisse quando lui è vicino ed io mi sento persa, non sono più sicura di niente.”
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In un’intervista rilasciata il 28 ottobre del 2012 per Novel Heartbeat l’autrice ha dichiarato che l’ispirazione per gli Antichi deriva dagli effetti di una tempesta a cui lei ha assistito.
Il rumore prodotto dagli alberi violentemente scossi dal vento ed il passaggio di un animale selvatico avevano colpito la sua fantasia, portandola ad immaginare delle misteriose creature che utilizzavano le piante come portali tra i due mondi.
A conclusione della recensione, non posso non citare le blogger di Please Another Book e Wonderful Monster che hanno scritto in tempi non sospetti della saga The Taking.
Ottimo lavoro ragazze!
Voto 5/5
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