"Le diecimila Lame della Vendetta",
la sua nuova fatica letteraria.
L’ora della tigre volgeva alla fine. Pioveva da giorni in quell’angolo sperduto della Cina Meridionale. La tristezza e la malinconia dell’esilio ricopriva ogni cosa in quella casa umile ma dignitosa. I mobili di legno di rosa, gli arazzi alle pareti, l’altare degli antenati, in osservanza a precetti e tradizioni che non erano proprie della famiglia. Loro erano mancesi non cinesi, e lo si capiva da tante piccole cose dell’arredamento, dei vestiti, del modo di pensare e da un certo orgoglio che velava i loro discorsi come le gocce di pioggia che cadevano fuori nel piccolo giardino di bambù.
Il sole stava per sorgere, nella foschia fluttuante del primo mattino e i servi della casa si muovevano come ombre dando inizio ai lavori della giornata. Non era la povertà che coloriva di toni cupi quella casa, non era estrema, sebbene si notasse paragonata all’estrema ricchezza che la famiglia godeva a Pechino, prima che cadesse in disgrazia. Il capofamiglia Yeh Lun era stato un personaggio illustre della corte, funzionario da generazioni e consigliere fidato dell’Imperatore.
2 commenti:
Ciao!
Non conoscevo questi racconti e mi ispirano tanto ;) Le storie ambientate in oriente trovo che abbiano una sorta di magia.
Ciao! Grazie per il messaggio ^^
I racconti brevi possono davvero stupirci, hanno una poesia di cui le lunghe saghe sono prive.
Adoro poi tutto c'è che è ambientato in Giappone o in Cina.
Un salutone
Leryn
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