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giovedì 14 novembre 2019

Recensione: "La memoria di Babel" di Christelle Dabos (L'attraversaspecchi #3)


Titolo: La memoria di Babel (L'attraversaspecchi #3)
Autore: Christelle Dabos
Casa Editrice: Edizioni E/O
Data d'uscita: 9 ottobre 2019



Sinossi

Nel terzo intenso volume della saga Christelle Dabos ci fa esplorare la meravigliosa città di Babel. 
Nel cuore di Ofelia vive un segreto inafferrabile, chiave del passato e, nello stesso tempo, chiave di un futuro incerto.

Dopo due anni e sette mesi passati a mordere il freno su Anima, la sua arca, per Ofelia è finalmente arrivato il momento di agire, sfruttare quanto ha scoperto nel Libro di Faruk e saputo dai frammenti di informazioni divulgate da Dio. Con una falsa identità si reca su Babel, arca cosmopolita e gioiello di modernità. Basterà il suo talento di lettrice a sventare le trappole di avversari sempre più temibili? 
Ha ancora una minima possibilità di ritrovare le tracce di Thorn?

Recensione


Anima, l’Arca d’origine d’Ofelia,è ormai diventata per lei una prigione: prima di conoscere Thorn, i suoi orizzonti erano sì limitati, ma non aveva mai sperimentato il senso d’impotenza che adesso connota le sue giornate. Tenuta sotto stretta sorveglianza dalle Decane, la ragazza è costretta a condurre le sue ricerche con estrema discrezione e sente profondamente la mancanza del marito e degli amici. L’inaspettato e provvidenziale arrivo di un personaggio caro alle lettrici della Dabos rimescola le carte in tavola e agevola la fuga di Ofelia; munita di documenti falsi e di una vecchia cartolina mette coraggiosamente piede a Babel, un mondo estremamente diverso dal Polo, dominato dalla tecnologia, in cui gli automi hanno soppiantato gli umani in numerosi compiti. 
Se in precedenza la giovane era stata costretta ad impersonare i panni di un valletto, in questa circostanza l’autrice sceglie di alterarne solo parzialmente l’aspetto e la sua nuova identità è tutta fondata sulla capacità di Ofelia di calarsi totalmente nei panni di un’anonima animista. 
Le esperienze che ha vissuto, positive o negative, l’hanno resa più prudente e determinata, sebbene ogni tanto la sua goffaggine torni a galla, procurandole qualche guaio. 
La permanenza sull’Arca si rivela più movimentata del previsto e ben presto si ritrova sola e circondata da potenziali nemici. 
Mi ha molto colpita la risposta da lei fornita allo spirito di famiglia, quando interrogata sul perché stesse lottando per il posto da precorritrice (una mansione che le permetterebbe d’indagare con maggiore disinvoltura). 
Ofelia afferma di voler “mettere le sue mani al servizio della verità”; è questo uno dei pregi che la contraddistinguono. 
Il suo profondo senso di giustizia, la correttezza che muove le sue azioni la rendono pari a figure come Katniss o Hermione, eroine indiscusse della letteratura per ragazzi. 
Quanti al suo posto accetterebbero di rischiare la propria vita per salvare quella altrui?    
Non sarebbe forse stato più semplice tirarsi indietro, lasciando il destino delle Arche a gente dotata di maggiore potere? Se nei libri precedenti la sua attenzione era inizialmente focalizzata sullo scoprire le reali ragioni del comportamento di Thorn, adesso il suo sguardo è diretto verso ciò che la circonda, su misteri che affondano le loro radici nel passato e stravolgono il presente. Il pericolo si nasconde dietro ogni angolo e Ofelia deve appellarsi a tutto il suo coraggio, perché ad essere messo a dura prova non sarà solo il suo spirito, ma anche il corpo.

La Dabos, pur avendo già all’attivo centinaia di pagine scritte, nel terzo libro della saga continua a stupirci con una storia incalzante e personaggi magnetici che non hanno nulla da invidiare a figure come Gaela e Renard. Octavio, Mediana, Ambroise recitano ognuno un copione diverso, ma riescono senza difficoltà a calamitare la nostra attenzione per il carisma che emanano e l’aura di mistero che li circonda. Spero che l’autrice riservi loro ampio spazio nel volume conclusivo della serie, perché i nodi da sciogliere sono ancora molti.

Ho amato ogni capitolo di “La memoria di Babel”, dopo averne atteso l’uscita con grande trepidazione e adesso che l’ho terminato, credo che tempesterò le mie amiche di commenti.

Se non conoscete ancora Ofelia e Thorn, dovete mettere al più presto piede sulle Arche; io vi aspetterò seduta nel Memoriale di Babel.


Voto 5/5

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