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venerdì 20 dicembre 2019

"Sì, lo voglio ... il matrimonio in epoca Regency" [Blogtour di "Chiamami con il mio nome" di Mariangela Camocardi"]


Buongiorno Lettori, oggi ospito una tappa del Blogtour dedicato a "Chiamami con il mio nome", il nuovo ed emozionante romanzo storico di Mariangela Camocardi, disponibile dal 9 dicembre per la DRI Editore con la quale l'autrice ha già pubblicato "Matrimonio per procura".

Sinossi
Deryl Ashley, visconte di Brentwood, si reca a Dover ad accogliere Mabel, la sua promessa sposa, scoprendo che la nave su cui era imbarcata è colata a picco durante una violenta tempesta. Tra i pochi superstiti, fortunatamente, la sua fidanzata... o forse no? A bordo c’erano i baroni Montorsi, genitori di Mabel, e Melissa, la cameriera personale. Chiunque sia, la ragazza sopravvissuta ha perso la memoria a causa dello choc dovuto al naufragio e non ricorda nulla del passato, neppure la propria identità. Chi è dunque, Mabel Montorsi o Melissa Donati? Un interrogativo che non cesserà di opprimerla.
Un amore nascente, una domanda a cui trovare risposta e insidie imprevedibili ostacoleranno i piani del visconte, che si troverà combattuto tra l'onore e il sentimento.
 Blogtour

"Sì, lo voglio ... Il matrimonio in epoca Regency"

Il visconte di Brentwood, all'inizio del romanzo della Camocardi, si prepara ad accogliere la sua fidanzata.
Tra i preparativi per le nozze in epoca Regency la scelta dell'abito era di certo uno dei momenti più attesi dalla sposa.
1818 (fonte)

1816 (fonte)
















 
Le donne inglesi erano molte attente alla moda e per tenersi aggiornate consultavano l'Ackermann's Repository, un periodico illustrato che ebbe moltissimo successo e dal quale ho tratto questi splendidi modelli risalenti al 1816 e al 1818.
Non tutte le spose vestivano però di bianco, la maggior parte di esse preferiva indossare l'abito migliore che possedeva oppure comprarlo nuovo, ma colorato in modo da riutilizzarlo in altre occasioni.
L'abito bianco divenne un must solo dopo le nozze della regina Vittoria, avvenute nel 1840 che decretò la fortuna di questo colore che resiste sino ad oggi. 
1815 (fonte)
  Le italiane, come la protagonista di "Chiamami con il mio nome", non erano meno interessate a questi argomenti e infatti sfogliavano giornali come "Il Corriere delle dame" nel quale ampio spazio era riservato alla moda inglese e francese, fino a quando, negli anni Venti del XIX secolo, le creazioni nostrane trovarono una migliore accoglienza.

La lista degli invitati in epoca Regency era molto breve: ci si limitava ai parenti più prossimi e i testimoni.
La cerimonia avveniva in chiesa e si svolgeva sempre di mattina, secondo la normativa allora vigente. 
Se uno degli sposi aveva meno di 21 anni, era indispensabile che la famiglia d'origine acconsentisse alle nozze, dando la propria autorizzazione.
Piatti a base di verdure e ortaggi (fonte)
Varie tipologie di dolci (fonte)
  
















Il rinfresco non prevedeva un numero di portate pari alle nostre, sebbene fosse comunque presente una torta nuziale, generalmente alla frutta, spesso con una suntuosa glassatura che immagino sarebbe piaciuta ai giudici dei moderni programmi di cucina.
 
Il Blogtour di "Chiamami con il mio nome" continua domani sul blog Katy Booklover, con una tappa incentrata sulla donna nel XIX secolo, mentre domenica 22 potrete leggere una super intervista all'autrice Mariangela Camocardi su Leggoancoradieciminuti.

Ringrazio tanto Silvia DC per avermi coinvolta in questo splendido evento e vi aspetto su Libera tra i Libri per i prossimi Post.

Un salutone dalla vostra
Leryn

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