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giovedì 12 dicembre 2019

Recensione di "Il collezionista di sogni" di Enrico Colle e Simona Di Marco


Titolo: Il collezionista di sogni
Autori: Enrico Colle, Simona Di Marco
Casa editrice: ElectaStorie
Data di pubblicazione: 10 settembre 2016

Sinossi

Cittadino inglese, nato in Italia e cresciuto tra Firenze, Cambridge e Londra, Frederick Stibbert (1838-1906) accarezzava un sogno: viaggiare e collezionare oggetti che potessero raccontare la storia delle culture del mondo. 
Meta privilegiata per i suoi acquisti erano i mercanti e antiquari di tutta Europa, e in particolare di Londra, Parigi, Berlino, Amsterdam, San Pietroburgo e Granada. 
In seguito si spinse più in là, in Egitto e negli Stati Uniti e, dove non poté arrivare di persona, giunse con la fantasia. 
Diede forma al suo sogno, trasformando la casa di famiglia sulle colline di Firenze in un museo destinato ad accogliere la sua collezione di armature e costumi, manufatti artistici, pitture e sculture, naturalia e mirabilia provenienti da paesi lontani una straordinaria Wunderkammer. 
Lo stesso edificio storicista , di cui Stibbert curò l'ampliamento e l'allestimento, rievoca nei diversi ambienti via via il passato ellenistico, egizio, medievale o moresco, in una visione squisitamente romantica. 
La vita di Stibbert, come ci viene restituita in questo racconto pieno di sorprese, appare oggi alquanto romanzesca. Districandosi tra delicati equilibri famigliari, obblighi sociali, consuetudini mondane e l'inseguimento di un ideale, questo gentiluomo un po' dandy, finanziere oculato, munifico collezionista e, soprattutto, tenace sognatore, rappresenta appieno la cultura enciclopedica del suo tempo. 
Con testi di Martina Becattini, Riccardo Franci, Dominique Charles Fuchs. 

Recensione 

“Il collezionista di sogni” è un libro che mi ha profondamente emozionata, perché gli autori riescono a ricostruire non solo la vita di Frederick Stibbert, gentiluomo con la bruciante passione per il collezionismo, ma anche quella della sua famiglia, a partire dal nonno Giles, Generale della Compagnia delle Indie di stanza in Bengala, per proseguire col padre Thomas, anche lui componente di un prestigioso reggimento, soffermandosi sulla sua relazione con Giulia, la madre di Frederick, una donna dall’animo buono e paziente che asseconderà il carattere del figlio e custodirà durante le sue lunghe assenze la casa di famiglia e la preziosa collezione da lui accumulata. Frederick, una volta raggiunta la maggiore età, intraprende una lunga serie di viaggi che lo conducono nelle più belle e interessanti città europee, rientrando solo occasionalmente a Firenze, dove i suoi familiari risiedono, ma mancano i grandi antiquari e le collezioni dedicate alle armi antiche che lo lasciano ogni volta senza fiato.

Col passare del tempo le sue conoscenze in questo settore diventano sempre più profonde, al punto che potrà permettersi di acquistare delle vere rarità, spaziando dai reperti antichi alle moderne conquiste della tecnologia. 
Nella sua residenza trovano posto, solo per citare alcuni oggetti, superbe armature giapponesi, una veste armata costruita nella seconda metà del XVIII secolo nell’India settentrionale, kris del Borneo, un’armatura da giostra e quella da cavaliere opera di Pompeo della Cesa, disposte in maniera fortemente scenografica, al punto che la villa diventa già sul finire del XIX secolo una meta imperdibile per intellettuali e nobili di passaggio dalla città toscana.

Tra gli illustri visitatori che lasciarono traccia del loro passaggio nel libro delle firme di Stibbert spicca su tutti la regina Vittoria, accompagnata dal suo fedele corteo, nel 1894, ma è necessario annoverare anche personaggi della levatura di Oscar Wilde e Gabriele D’Annunzio (1896). 
Gli appassionati di pittura e arti decorative saranno di certo rimasti conquistati dai ritratti della famiglia Medici di Suttermans, dal Carnevale di Pieter Brueghel il Giovane, dal dipinto di Carlo Crivelli, dalle meravigliose decorazioni che connotano ogni angolo della residenza, con la Sala da Ballo che trasporta il visitatore in un’altra epoca, con l’eco delle risate e delle danze che l’hanno animata.

Qualche mese fa sono stata al Museo Stibbert di Firenze, in via Federigo Stibbert n. 26, incuriosita dalla particolarità della collezione ed è stata una delle visite più belle della mia vita. 
Sono una storica dell’arte e una lettrice, tra quelle mura ho provato nostalgia per avventure che non ho vissuto, immaginato infiniti racconti, 
vissute infinite sorprese e la stessa gioia era dipinta negli occhi dei visitatori italiani e stranieri che erano presenti quella mattina. 
Prendetevi del tempo per esplorarlo, perché ascoltare la storia prendere vita attraverso le parole della guida è un’esperienza da non perdere. 

Voto: 5/5 

*le foto presenti nel Post sono state scattate da me*

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