Recensione
"La felicità domestica" è stato pubblicato nel 1859, pochi anni prima di "Guerra e Pace" a cui Tolstoj lavorerà strenuamente tra il 1863 e il 1869.
A differenza del suo capolavoro, in questa storia tutta l'attenzione è concentrata sulla psicologia dei personaggi e sull'evolversi dei loro sentimenti. Non ci sono drammi, tradimenti, duelli e tutti quegli elementi che potrebbero conferire una patina tormentata alla vicenda.
Masheckha, a diciassette anni, si scopre innamorata di Sergey, trentaseienne amico di famiglia, il quale dopo aver lottato invano contro i suoi sentimenti (come direbbe Mr Darcy) accetta di sposarla. L'uomo riteneva che la loro differenza di età e di esperienza di vita fossero inconciliabili, ma nei primi anni di matrimonio tutto sembra procedere lietamente.
Quando la coppia si trasferisce però a San Pietroburgo, abbandonando la protezione della casa di campagna, la relazione inizia a sgretolarsi. La sposa è assorbita dalla buona società e soprattutto dai suoi vizi, al punto da trascurare il marito e soprattutto non tenere in considerazione l'esiguo patrimonio di cui dispongono.
Sergey prende le distanze da Masheckha, invece di affrontarla e cercare di salvare il loro matrimonio, fino a quando la tensione raggiunge il suo apice e i due si affrontano a muso duro pronunciando frasi di cui poi si pentono.
La storia si conclude con un parziale chiarimento tra i due che continuano a vivere insieme, ma senza provare il trasporto passato, dedicandosi alla famiglia e ai doveri quotidiani.
Se desiderate confrontarvi con un racconto lungo, ma trascinante, tradotto con cura da Clemente Rebora, "La felicità domestica" è il titolo adatto.
Voto: 4/5
Recuperate mai titoli storici della TBR o preferite puntare sulle Nuove Uscite?
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