Recensione
Ciao Lettori! Una tappa mensile della #readchristie2023 era incentrata sulla Rabbia e quindi perchè non cimentarsi con un volume ambientato in un pensionato per studenti provenienti da ogni parte del mondo?
Un luogo del genere poteva prestarsi a situazioni una più memorabile dell'altra, ma il nostro buon Poirot si è invece trovato a fronteggiare un caso improntato sulla confusione, dettata da inspiegabili sparizioni di oggetti, e sulle morti di potenziali testimoni.
In questo libro ritroviamo infatti il classico schema del personaggio che ha scoperto una verità scomoda, ma non fa in tempo a rivelarla a nessuno e notiamo la presenza di un Ispettore di polizia (Sharpe) che avrebbe le potenzialità per chiudere l'indagine senza l'apporto di un baffuto gentiluomo. Se seguite il mio profilo avrete certamente notato quanto Poirot mi piaccia, ma in tutta onestà in questo giallo non l'ho visto brillare.
La noia a cui accenna l'investigatore nei capitoli iniziali finisce per contagiare il lettore, o perlomeno, chi come me preferisce le atmosfere campagnole o le ville antiche piene di passaggi segreti.
La signorina Lemon e la sua efficientissima sorella (la signora Hubbard) non bastano a colmare il vuoto lasciato dal simpatico Hastings che, conoscendolo, avrebbe certamente fatto la corte a metà delle ospiti del pensionato, dispensando una serie di opinioni non richieste a Poirot.
Da questa storia, data alle stampe nel 1955, è stato tratto l'omonimo film del 1995 con protagonista l'eccellente David Suchet nel quale Sharpe è stato sacrificato e sostituito con l'Ispettore Japp, concentrando così tutta l'attenzione dei telespettatori su Hercule.
Voto: 3/5
Quali sono stati gli ultimi libri che vi siete sentiti in dovere di terminare, pur non essendone entusiasti?
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