Recensione
"Il giardino segreto", pubblicato per la prima volta nel 1910, riflette il profondo amore che Frances Hodgson Burnett nutriva per la natura e le piccole creature che la popolavano, oltre che la modernità delle sue concezioni pedagogiche.
Leggerlo, indipendentemente dalla vostra età, vi farà star bene e guarirà delle ferite che forse non sapevate nemmeno di avere. Nel corso della vita finiamo tutti, prima o poi, per essere tristi come Mary o Colin, ma non sempre si riesce a trovato da soli la chiave per tornare a sorridere e sperare. A volte, c'è bisogno di un piccolo pettirosso o un vecchio classico che ci indichino la strada da percorrere.
In libreria troverete varie edizioni del romanzo, tra cui quella @einaudieditore che è arricchita da un commento critico di Alice Sebold (tradotta da Valentina Castellani) e soprattutto dal prezioso saggio di Carlo Pagetti, davvero illuminante sulla children's literature e il contesto in cui il lavoro dell'autrice s'inserisce.
Mary, Dickon e Colin vi condurranno alla scoperta di un luogo che pur essendo stato abbandonato ha continuato segretamente a resistere, attendendo l'arrivo dei loro cuori gentili per riprendere l'antico splendore.
Colin ha sempre vissuto in una bolla e l'incontro con la bisbetica cugina è proprio ciò di cui lui ha bisogno per scuotersi di dosso l'angoscia che riempie le sue giornate. Mary, invece, sente finalmente di appartenere ad un luogo e di aver trovato delle persone che, non solo l'accettano esattamente com'è, ma desiderano sinceramente collaborare alla riuscita del suo progetto.
Il Signor Craven, infine, pur essendo poco presente nella narrazione è al centro dei pensieri del figlio e compie anche egli un faticoso viaggio interiore per riprendere il suo posto a Misselthwaite Manor ed al fianco di Colin.
Voto: 5/5
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