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lunedì 1 marzo 2021

Recensione: "La regina degli scacchi" di Walter Tevis


 

Titolo: La regina degli scacchi

Autore: Walter Tevis

Casa editrice: Mondadori (Oscar Absolute)

Data di pubblicazione: 26 gennaio 2021


Sinossi


Finita in orfanotrofio all’età di otto anni, Beth Harmon sembra destinata a un’esistenza grigia come le sottane che è costretta a indossare. Ma scopre presto due vie di fuga: le pillole verdi, distribuite a lei e alle altre ragazzine dell’istituto, e gli scacchi. 

Il suo talento prodigioso è subito lampante; una nuova famiglia e tornei sempre più glamour e avvincenti le permettono di intravedere una nuova vita. Se solo riuscisse a resistere alla tentazione di autodistruggersi…

Perdere, vincere, cedere, combattere: imparare, grazie al gioco più solitario che ci sia, a chiedere aiuto, e a lasciarselo dare.

 

Recensione

 

Nelle ultime settimane si è parlato molto di questo romanzo e dopo aver sbirciato i trailer della serie tv ho deciso d'iniziarlo anch'io.

"La regina degli scacchi" pur essendo fuori dalla mia confort zone letteraria non avendo nulla del fantasy o del romance è riuscito ad incuriosirmi e a catturare la mia attenzione. 

La protagonista (Beth Harmon) commette parecchi sbagli e fatica a fidarsi degli altri, ma è da apprezzare perchè tenta il tutto per tutto per raggiungere i suoi obiettivi. 

Quando si rende conto che ha bisogno di letture specializzate o consigli da giocatori professionisti per migliorare la sua tecnica non ha paura di chiederli.

E' spaventata all'idea di affrontare il grande campione russo, ma si presenta ugualmente alla gara e cerca strenuamente di tenergli testa. 

Gli scacchi sono un gioco di resistenza (fisica e mentale) ed a volte è proprio l'autocontrollo che determina l'esito di un incontro. Tutte le volte che Beth si siede di fronte a Borgov l'ansia l'avvolge e fatica a ragionare freddamente, ma mossa dopo mossa la ragazza riesce infine a trovare la strategia giusta per aggiudicarsi la partita e vincere la sfida più importante di tutte, quella in cui è in ballo la sua vita.


Se non avesse immediatamente smesso di bere avrebbe rovinato quello che aveva. 

Si era lasciata sprofondare in quelle tenebre spaventose. 

Doveva trovare un appiglio per tirarsene fuori. 
Aveva bisogno di aiuto.

 

Beth tenta di riempire il vuoto che sente intorno a sè con l'alcol e le pillole, senza una guida o degli amici sinceri che possano sostenerla nella sua crescita come persona, prima che come scacchista. All'orfanotrofio nessuno si curava di lei, ad eccezione dell'anziano custode che però ha condiviso solo una piccola parte della sua vita, dato che dopo essere stata adottata non lo rivede più. I nuovi genitori non sono neanche lontanamente adatti ad accogliere una bambina, essendo profondamente in crisi e la situazione finisce per incidere ulteriormente sul benessere psicologico di Beth.

La ragazzina indossa presto i panni dell'adulta ed aiuta economicamente la madre adottiva dopo la separazione dal marito. Il talento di Beth diventa il mezzo per rimpolpare le esigue finanze di casa e lei finisce per partecipare a innumerevoli campionati negli Stati Uniti prima e poi in Europa assentandosi continuamente da scuola.

 

La sua mente era illuminata e la sua anima le cantava attraverso le dolci mosse degli scacchi. 

[...] La stanza era silenziosa: Beth si sentiva al centro di tutto ciò, piccola, solida e dominante. 

Fuori c'erano gli uccellini che cantavano, ma a lei il suono non arrivava. 

 

 Gli scacchi diventano la sola ancora di salvezza che la spinge ad alzarsi ogni mattina, un pensiero fisso che eclissa tutti gli altri. 

Quando comprende di aver raggiunto il punto di non ritorno con gli alcolici e i farmaci rintraccia una persona fidata e inizia un serio percorso di disintossicazione, per sentirsi in salute e lucida come non le capitava da anni.

Un proverbio giapponese sostiene che chiedere è vergogna di un momento, non chiedere è vergogna di una vita.

Con questo romanzo l'autore insegna che di fronte ad un problema non bisogna esitare a domandare aiuto a chi ci circonda. Non tutto si può risolvere da soli e appoggiarsi agli altri non ci rende meno capaci o forti. 

La vera saggezza non risiede infatti nel non commettere sbagli, ma nel trarne i giusti insegnamenti per non ripeterli in futuro.

 

Voto: 4/5

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