Recensione
Pubblicato nel 1905 da Elizabeth von Arnim, autrice nata in Australia, ma di origine britannica.
È il suo quarto romanzo che completo e probabilmente quello che mi ha meno entusiasmata per via del carattere della protagonista.
Priscilla è totalmente inconsapevole di come viva la gente comune. Pur essendo una principessa, cresciuta nella bambagia, dovrebbe almeno padroneggiare teoricamente le nozioni riguardanti la gestione di una casa. Se nessuno pensa ad acquistare generi alimentari, è ovvio che la cena non si materializzi sul tavolo, ad esempio.
La ragazza si limita invece a portare scompiglio in un piccolo paesino, elargendo denaro a piene mani ed inventando storie sulla sua famiglia per arginare la curiosità dei paesani.
Il bibliotecario Fritzi, suo mentore, non tiene un atteggiamento più discreto, dichiarandosi pronto a sfidare a duello dei giovanotti e gettando al vento ogni parsimonia per assecondare i capricci di Priscilla. Scopriranno ben presto che non ci si può nutrire solo di poesia e tragediografi greci.
In questo idilliaco quadretto si inseriscono delle proposte di matrimonio, una cameriera ricattatrice e un principe che corre in suo soccorso non si sa bene per quale motivo. Deve trattarsi di un uomo con uno scarso istinto di autoconservazione o parzialmente sordo per desiderare di sposarla.
Voto: 3,5
Vi siete, ultimamente, imbattuti in qualche volume che vi ha deluso?
#dungeonofreaders Obiettivo La Sala Giochi
#BloomBookChallenge Obiet. Margherita romanzo di formazione
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