Recensione
Ciao lettori!
La Tappa di Aprile della #readchristie2023 aveva come tema l'"avvelenamento" e "Tragedia in tre atti" lo rispecchia perfettamente.
Dato alle stampe nel 1934, il volume si connota per la marginale presenza di Poirot che si tiene stranamente lontano dalle luci della ribalta, lasciando però spazio a dei "supplenti" piuttosto capaci: il carismatico Cartwright e l'affabile Satterthwaite.
I due si sono ritrovati testimoni della prematura morte del reverendo Babbington, un uomo senza particolari problemi di salute, nonchè privo di nemici.
La sua strana dipartita li lascia perplessi ed i loro sospetti trovano conferma, poco tempo dopo, nella tragica fine dell'amico Bartholomew Strange. Il veleno sembra sia stato somministrato ad entrambi durante un ricevimento a cui hanno preso parte gli stessi invitati, quindi la lista dei presenti è un ottimo punto di partenza per l'indagine.
La Christie ha creato una nemesi di tutto rispetto per Poirot, un vero Moriarty con la passione per i colpi di scena. Non posso dirvi di più, ma l'autrice ha giocato davvero un bel tiro a chi legge, non risparmiando la polvere negli occhi. "Tragedia in tre atti" è sicuramente uno dei suoi gialli meno prevedibili, strutturato per di più come una pièce teatrale con delle figure secondarie interessanti.
Voto:5/5
Nessun commento:
Posta un commento