venerdì 28 febbraio 2020

Gruppo di Lettura "Freddo come la pietra" [Capitoli 22-24] Presenti Spoiler


Questo Post è dedicato ai capitoli 22-24 di "Freddo come la pietra", secondo volume della trilogia The Dark Elements di Jennifer L. Armentrout.
Troverete degli Spoiler sulla trama, 
non certo enormi alla "Babbo Natale non esiste", 
ma occhio a non rovinarvi la sorpresa.

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    Il Capitolo 22 inizia con Layla che marina la scuola per andarsene in giro con Roth.
Una scena di questo tipo, mi ricorda qualcosa, ma non riesco a rammentare.
Riassumendo: belloccio (c'è), chioma scura da tenebroso (c'è), moto da paura (c'è), ragazza timida (c'è).
E' Tre metri sopra il cielo Demon Style!
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Un minuto per contemplare codesta fotografia.
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Bene, torniamo al nostro Gruppo di Lettura.
Se non siete ancora riuscite a recuperare la concentrazione, coprite la parte superiore dello schermo con un fazzoletto.
Occhio non vede, cuore non duole.
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 Layla e Roth si recano in una sorta di nightclub per demoni e umani dalla reputazione non immacolata, affollato nonostante sia mattina e pieno di pericoli per una creatura fragile come la nostra protagonista. 
Va bene la fiducia che riponi in lei, caro Principe degli Inferi, ma il classico parchetto con due margheritine non andava bene? Nella fossa dei leoni la dovevi gettare?

Roth, invece di starle alle calcagna come avrebbe fatto il buon Zayne, si allontana e in un battito di ciglia la nostra beniamina viene agganciata da due tipi poco raccomandabili. 
Si scatena in pista e dimentica ogni buon proposito sulla sua particolare dieta "anime-free".


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Nel Cap 23 Roth finalmente si rifà vivo, interrompe il banchetto, ordina con la consueta cordialità all'Incubo e al Succubo di andarsene e porta Layla a casa perchè possa riprendersi.
Scopriamo che anche due Seguagi infernali si sono beccati nomi del calibro di Faline e Fiore.
Mal comune mezzo gaudio, aggiungerebbe Bambi.
 Volendo abbinare una canzone ai momenti condivisi dai due, la mia scelta cadrebbe su Don't Cha (video), anche se probabilmente anche Lady Marmalade sarebbe indicata.


Roth si comporta da gentiluomo, Layla finalmente si addormenta e per qualche ora smette di cacciarsi nei guai.
Nel Cap 24 la protagonista apprende con orrore di aver riposato fino alle 3:15 del mattino e lascia precipitosamente l'appartamento per tornare a Casa Guardiani.
Ovviamente incontra un gruppo di spiriti demoniaci, ma se la cava e riesce a fermare un taxi al volo.

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 A questo punto per noi lettrici il divertimento è terminato: appare Zayne, con un carico di gelosia notevole, discussione sofferta e il nostro Guardiano non è più tanto convinto della loro "relazione". Bene.
 Colpo di scena finale in stile Ghostbusters.

Per scoprire come proseguono le avventure di Layla nel Paese delle Meraviglie seguite il Calendario delle Tappe del Gruppo di Lettura!


mercoledì 26 febbraio 2020

Recensione: "Notti in bianco, baci a colazione" di Matteo Bussola

Titolo: Notti in bianco, baci a colazione
Autore: Matteo Bussola
Casa editrice: Giulio Einaudi Editore
Data d'uscita: 24 maggio 2016


Sinossi
 Il respiro di tua figlia che ti dorme addosso sbavandoti la felpa. 
Le notti passate a lavorare e quelle a vegliare le bambine. Le domande difficili che ti costringono a cercare le parole. 
Le trecce venute male, le scarpe da allacciare, il solletico, i «lecconi», i baci a tutte le ore. Sono questi gli istanti di irripetibile normalità che Matteo Bussola cattura con felicità ed esattezza. Perché a volte, proprio guardando ciò che sembra scontato, troviamo inaspettatamente il senso di ogni cosa. 
Padre di tre figlie piccole, Matteo sa restituirne lo sguardo stupito, lo stesso con cui, da quando sono nate, anche lui prova a osservare il mondo. 
Dialoghi strampalati, buffe scene domestiche, riflessioni sottovoce che dopo la lettura continuano a risuonare in testa. 
Nell’«abitudine di restare» si scopre una libertà inattesa, nei gesti della vita di ogni giorno si scopre quanto poetica possa essere la paternità.


Recensione

Leggere "Notti in bianco, baci a colazione" è una vera e propria coccola che mi sono concessa in un periodo in cui sono davvero esausta. 
Non fa ingrassare come la sua "collega" cioccolata calda e mi ha regalato molti sorrisi, qualche lacrimuccia e una pioggia di citazioni per la mia agenda. 

Il cuore è come un grande armadio [...] Ci sono dentro le persone che hai scelto, poi ci sono i ripiani dei baci, i cassetti degli abbracci, gli appendini degli sguardi, gli scaffali del male e quelli del bene. Tutto.

Senza mai annoiare, l'autore ci racconta la bellezza della quotidianità in una casa in cui l'amore è un ingrediente presente in ogni pasto. 
Le voci delle bimbe si mescolano a quelle dei genitori, a cui fanno eco gli abitanti della cittadina e gli sconosciuti di passaggio, tratteggiati con pochi dettagli, ma impossibili da dimenticare. 
Di fronte a questo libro potete adottare due strategie: leggerlo velocemente, quasi senza soste (sono 184 pagine) oppure gustarlo lentamente alla fermata dell'autobus, alla Posta, sulla metro e lasciarvi cullare dalla magia della scrittura. 
Bussola non descrive un mondo in cui tutti gli ingranaggi girano nel verso giusto, ma affronta a viso aperto, con delicatezza e positività, le piccole seccature in cui un uomo si può imbattere, non perde occasione per insegnare alle figlie a credere in loro stesse e ci ricorda che tutti abbiamo la possibilità di migliorare il mondo in cui viviamo. 
Il razzismo ci riporta indietro nel tempo, voltando le spalle al nostro passato, in cui i migranti erano gli italiani che andavano a cercare lavoro in Germania o persino in America. Senza abbandonarsi alla retorica, l'autore ci ricorda come un piccolo gesto possa contribuire a migliore la giornata di qualcun altro.
Nel volume, bellissime parole sono dedicate alla sua Paola, l'altra faccia della medaglia di casa Bussola, che annovera tra le sue fatiche letterarie la sceneggiatura del magnifico "Numero Duecento" di Dylan Dog, uno degli albi più intensi che io abbia mai letto, e diversi thriller.
Non so se le loro bimbe, da adulte, si dedicheranno alla scrittura, ma di sicuro sanno già assegnare le giuste priorità nella vita, perchè la loro domanda più importante è:

Stasera prendiamo la pizza?

Voto: 5/5  

martedì 18 febbraio 2020

Cover Reveal + Estratto: "Matrimonio imposto" di Daniela Serpotta


Buongiorno Lettori, come procede la vostra settimana?
Se cercate un motivo per sorridere il martedì, vi suggerisco di non perdere di vista questo Post, perchè sto per svelarvi la Cover del nuovo romanzo storico di Daniela Serpotta che sarà disponibile, grazie a DRI Editore, il 24 febbraio.


Titolo: Matrimonio imposto
Autore: Daniela Serpotta
Casa Editrice: DRI Editore
Data di Pubblicazione: 24 febbraio


Sinossi

«Non otterrete niente con la forza.»
Enrico sfoderò un sorriso diabolico.
«Conosco metodi migliori della forza per far parlare una donna, e sicuramente più piacevoli.»

Milano, 1858

Il gioco ha inizio solo quando cala la maschera.

Il marchese Enrico Prever è noto come il più sfaccendato dei libertini piemontesi, una copertura costruita ad arte per celare il suo ruolo di spia al servizio di re Vittorio Emanuele II. 
Giunto a Milano per scoprire il traditore che sta mettendo a rischio il progetto di unificare l’Italia, si scontra con l'intrigante Cati. 
Non sa che la donna travestita da zingara ha il suo stesso obiettivo. 
E quando le ruba un bacio nei giardini, durante un ballo in maschera, non sa neppure che si tratta della sua promessa sposa, la contessina Caterina Belgioioso. 
Il Falco crede di poter controllare l’impulsiva fidanzata, ma lei non ha alcuna intenzione di rimanere in disparte. Solo quando attentano alla sua vita, Caterina capisce di essersi spinta troppo oltre. 
Ed Enrico realizza di essere pronto a tutto pur di proteggerla, compreso sedurla…


I due protagonisti faranno scintille insieme, ne sono certissima.
Per scoprire come finirà la storia di Enrico e Caterina vi toccherà pazientare ancora qualche giorno, ma un piccolo Estratto ve lo regalo volentieri.

Agitando il dito verso di lei, la costrinse a indietreggiare fino a che le sue spalle non batterono contro gli scaffali e uscirono dalla visuale della porta.
«Ora stammi bene a sentire: io sono il tuo fidanzato, che ti piaccia o no, ed è una situazione che non si può cambiare. Per quanto riguarda le indagini, tu e la tua amica ne dovrete stare fuori. 
Perché non avrò né il tempo né la voglia di venire a salvarvi ogni volta che vi butterete in una situazione pericolosa. Spero, di essere stato abbastanza chiaro.»

domenica 9 febbraio 2020

Recensione: "Ogni giorno è un buon giorno" di Noriko Morishita


Titolo: Ogni giorno è un buon giorno - Quindici gioie che il té mi ha insegnato
Autore: Noriko Morishita
Casa editrice: Giulio Einaudi Editore
Data di pubblicazione: 28 gennaio 2020


Sinossi


Guarda il mondo intorno a te come se fosse la prima volta. 
Ascolta la natura, asseconda le stagioni. 
Obiettivi a cui tutti aspiriamo, certo, ma che non sappiamo mai come raggiungere. 
Non lo sapeva nemmeno Morishita Noriko quando, ventenne, cominciò a frequentare le lezioni della signora Takeda per eseguire la cerimonia del tè. Né sapeva che quelle prime lezioni erano l’inizio di un cammino che sarebbe durato tutta la vita.
La cerimonia del tè è uno dei riti tradizionali piú affascinanti del Giappone.
Con quella sua ritualità che immutata attraversa i secoli, la cerimonia del tè sembra qualcosa di molto lontano dalla vita di tutti i giorni.
I momenti dedicati alla cerimonia del tè, ai suoi riti, alla meditazione che impone e, contemporaneamente, dischiude diventano momenti per trovare un senso alle prove che la vita mette davanti a Noriko: un matrimonio annullato poche settimane prima della cerimonia, il tentativo di conciliare il lavoro con il privato, un trasferimento oltreoceano… 
Il caos della vita si riconcilia nel tempo concentrato di una tazza di tè. 
Recensione 
Uno degli obiettivi della Guess My Book Challenge prevedeva di leggere un volume di un autore/autrice giapponese. Onestamente non sono molto preparata sui romanzi scritti dagli autori del Sol Levante: ho letto "Kafka sulla spiaggia" di Murakami alcuni anni fa e pochissimo altro, quindi trovare un testo che potesse piacermi è stato difficile.
Dando un'occhiata alle nuove uscite della Einaudi sono rimasta colpita dalla cover di questo libro con un semplice tatami, due persone sedute ad ammirare il paesaggio e il ciliegio in fiore. La Sinossi mi ha dato il colpo di grazia, dato che la cerimonia del tè è un evento a cui vorrei tanto assistere, perchè la cultura nipponica mi affascina e leggo sempre con grande attenzione gli articoli pubblicati sul blog Giappone Mon Amour, sulle riviste e sui blog di viaggio.
  La traduttrice, Laura Testaverde, è stata davvero bravissima nel restituirci le atmosfere magiche della Morishita che racconta del suo incontro con un'antica arte e di come la sua vita sia cambiata da quando la pratica.
Noriko inizia quasi per caso a studiare la cerimonia del tè, preoccupandosi inizialmente solo della sequenza da memorizzare e dei nomi degli utensili, ma riuscendo poi a cogliere i messaggi che si celano dietro questa tradizione. I capitoli andrebbero assaporati un pò alla volta, per comprenderli a fondo e provare a migliorare le nostre giornate.
Siamo tutte come la giovane protagonista: prima immerse nella vita universitaria, poi una volta laureate alla ricerca di un lavoro, incappando magari in una sonora delusione d'amore, confrontando le nostre giornate con quelle delle compagne di scuola che invece hanno bimbi, mariti, occupazioni a tempo indeterminato, domandandoci cosa abbiamo sbagliato. 
Non ci permetteva mai di fermarci. Non ci era consentito di attaccarci a quanto ormai apparteneva al passato. 
 Come le regole del tè cambiano in ogni stagione, così noi dobbiamo abituarci alla vita, attraversandola e sentendoci sempre pronti a ricominciare, dimenticando il passato per concentrarci sul futuro. 
Questo non significa ovviamente essere superficiali, ma vivere il momento presente e mettere l'anima nel nostro lavoro. Non tutti hanno la fortuna d'incontrare una maestra Takeda, come la protagonista, ma ci sono tante persone da cui possiamo trarre ispirazione: la tecnologia ormai ci permette di entrare in contatto con chi abita dall'altra parte del mondo. E' l'uso che facciamo degli strumenti a nostra disposizione che rivela chi siamo davvero e cosa vorremmo essere.
Noriko Morishita si è soffermata anche sull'importanza del contatto con la natura, particolare che nelle città in cui viviamo, grigie e inquinate, sembra essere stato dimenticato.
Avete notato che nei film le scene più emozionanti hanno per sfondo un tramonto, la pioggia o un cielo stellato? 
Sono quelli i momenti in cui ci sentiamo davvero vivi e pieni d'emozioni.
Quando siete felici fateci caso, forse è merito di un albero fiorito.
Voto: 4/5.

lunedì 3 febbraio 2020

Recensione: "Il Custode delle Tempeste" di Catherine Doyle

Titolo: Il Custode delle Tempeste (Trilogia Storm Keeper #1)
Autore: Catherine Doyle
Casa Editrice: Mondadori
Data di pubblicazione: 12 marzo 2019


Sinossi

A ogni generazione, l'isola di Arranmore sceglie un Custode delle Tempeste 
che incarni il suo potere e difenda la sua magia se il Nemico dovesse tornare. 
E per il nonno di Fionn è giunto il tempo di cedere il passo al nuovo Custode. 
Fionn ha il terrore del mare, tanto che quando approda ad Arranmore per l'estate, 
vuole solo tornare sulla terraferma. 
L'isola della sua stirpe, però, lo aspetta da molto tempo e lo reclama a sé, rivelandogli la sua magia. Presto Fionn si lascerà sedurre dalla ricerca di una grotta sommersa, 
capace di esaudire i desideri. 
Ma una forza malvagia si sta destando nelle profondità dell'isola, 
ed è più vicina a lui di quanto non immagini.


Recensione

“Il Custode delle tempeste” è entrato subito nella mia wishlist, su consiglio di diverse blogger che stimo, ma tra lo studio e gli impegni ho rimandato, fino a decidermi a gennaio, grazie alla To Be Read Challenge di Chronicles of a Bookaholic e Airals World - Se ne leggon di libri.
Il tema del mese era infatti un fantasy ed è planato sul mio comodino virtuale, giusto in tempo per l’uscita del secondo volume della serie, intitolato “I Guerrieri delle maree”, il 18 febbraio.
Si è rivelato una lettura scorrevole che certamente incuriosirà gli appassionati di questo genere letterario, perché l’autrice ha creato un’isola davvero speciale la cui storia affonda le radici in un tempo lontano, ma ha conseguenze imprevedibili sul presente. 
Il protagonista, Fionn, non ha mai conosciuto il padre: leggendo il libro sembra quasi di percepire il suo dolore e la voglia di essere trattato come un adulto. 
Tanti segreti gli sono stati nascosti e ogni volta che scoperchia il suo personale vaso di Pandora ci si domanda come reagirà.

 Ci sono molti tipi di coraggio, Fionn. Spesso i viaggi interiori in cui ci imbarchiamo sono più difficili di quelli che si affrontano sul mare più tempestoso.

Su Arranmore la sua unica guida è nonno Malachy, la cui forza si sta lentamente sgretolando, sotto gli occhi indifferenti della nipote Tara, impegnata a correre dietro a un ragazzo viziato del quale è invaghita. 

L’espediente attraverso il quale la magia fa capolino nella narrazione è originale, non credo di aver mai letto nulla del genere, perlomeno in Italia.
Ho inoltre particolarmente apprezzato i flashback che punteggiato il romanzo, regalandoci un’avventura che si snoda con coerenza in diversi piani temporali, una soluzione che potrebbe aprire infinite possibilità a Catherine Doyle.

Il personaggio di Morrigan è inquietante al punto giusto, anche se mi aspettavo degli interventi più decisi da parte sua:avrà di sicuro degli assi nella manica che non esiterà a giocare per riguadagnare la tanto agognata libertà.
Menzione speciale per Shelby, la nostra Hermione Granger isolana, la cui parlantina e intelligenza la rendono un’alleata davvero preziosa e chissà magari anche la compagnia perfetta per Fionn.


Voto:4/5