Titolo: Il collezionista di sogni
Autori: Enrico Colle, Simona Di Marco
Casa editrice: ElectaStorie
Data di pubblicazione: 10 settembre 2016
Sinossi
Cittadino inglese, nato in Italia e cresciuto tra Firenze, Cambridge e
Londra, Frederick Stibbert (1838-1906) accarezzava un sogno: viaggiare e
collezionare oggetti che potessero raccontare la storia delle culture
del mondo.
Meta privilegiata per i suoi acquisti erano i mercanti e
antiquari di tutta Europa, e in particolare di Londra, Parigi, Berlino,
Amsterdam, San Pietroburgo e Granada.
In seguito si spinse più in là, in
Egitto e negli Stati Uniti e, dove non poté arrivare di persona, giunse
con la fantasia.
Diede forma al suo sogno, trasformando la casa di
famiglia sulle colline di Firenze in un museo destinato ad accogliere
la sua collezione di armature e costumi, manufatti artistici, pitture e
sculture, naturalia e mirabilia provenienti da paesi lontani una
straordinaria Wunderkammer.
Lo stesso edificio storicista , di cui
Stibbert curò l'ampliamento e l'allestimento, rievoca nei diversi
ambienti via via il passato ellenistico, egizio, medievale o moresco, in
una visione squisitamente romantica.
La vita di Stibbert, come ci viene
restituita in questo racconto pieno di sorprese, appare oggi alquanto
romanzesca. Districandosi tra delicati equilibri famigliari, obblighi
sociali, consuetudini mondane e l'inseguimento di un ideale, questo
gentiluomo un po' dandy, finanziere oculato, munifico collezionista e,
soprattutto, tenace sognatore, rappresenta appieno la cultura
enciclopedica del suo tempo.
Con testi di Martina Becattini, Riccardo
Franci, Dominique Charles Fuchs.
Recensione
“Il collezionista di sogni” è un libro che mi ha
profondamente emozionata, perché gli autori riescono a ricostruire non solo la
vita di Frederick Stibbert, gentiluomo con la bruciante passione per il
collezionismo, ma anche quella della sua famiglia, a partire dal nonno Giles,
Generale della Compagnia delle Indie di stanza in Bengala, per proseguire col
padre Thomas, anche lui componente di un prestigioso reggimento, soffermandosi
sulla sua relazione con Giulia, la madre di Frederick, una donna dall’animo
buono e paziente che asseconderà il carattere del figlio e custodirà durante le
sue lunghe assenze la casa di famiglia e la preziosa collezione da lui
accumulata. Frederick, una volta raggiunta la maggiore età, intraprende una
lunga serie di viaggi che lo conducono nelle più belle e interessanti città
europee, rientrando solo occasionalmente a Firenze, dove i suoi familiari
risiedono, ma mancano i grandi antiquari e le collezioni dedicate alle armi
antiche che lo lasciano ogni volta senza fiato.
Col passare del tempo le sue
conoscenze in questo settore diventano sempre più profonde, al punto che potrà
permettersi di acquistare delle vere rarità, spaziando dai reperti antichi alle
moderne conquiste della tecnologia.
Nella sua residenza trovano posto, solo per
citare alcuni oggetti, superbe armature giapponesi, una veste armata costruita
nella seconda metà del XVIII secolo nell’India settentrionale, kris del Borneo, un’armatura da giostra
e quella da cavaliere opera di Pompeo della Cesa, disposte in maniera
fortemente scenografica, al punto che la villa diventa già sul finire del XIX
secolo una meta imperdibile per intellettuali e nobili di passaggio dalla città
toscana.
Tra gli illustri visitatori che lasciarono traccia del loro passaggio
nel libro delle firme di Stibbert spicca su tutti la regina Vittoria, accompagnata
dal suo fedele corteo, nel 1894, ma è necessario annoverare anche personaggi
della levatura di Oscar Wilde e Gabriele D’Annunzio (1896).
Gli appassionati
di pittura e arti decorative saranno di certo rimasti conquistati dai ritratti
della famiglia Medici di Suttermans, dal Carnevale di Pieter Brueghel il Giovane,
dal dipinto di Carlo Crivelli, dalle meravigliose decorazioni che connotano
ogni angolo della residenza, con la Sala da Ballo che trasporta il visitatore
in un’altra epoca, con l’eco delle risate e delle danze che l’hanno animata.
Qualche mese fa sono stata al Museo Stibbert di Firenze, in via Federigo
Stibbert n. 26, incuriosita dalla particolarità della collezione ed è stata una
delle visite più belle della mia vita.
Sono una storica dell’arte e una
lettrice, tra quelle mura ho provato nostalgia per avventure che non ho vissuto, immaginato
infiniti racconti,
vissute infinite sorprese e la stessa gioia era dipinta
negli occhi dei visitatori italiani e stranieri che erano presenti quella
mattina.
Prendetevi del tempo per esplorarlo, perché ascoltare la storia
prendere vita attraverso le parole della guida è un’esperienza da non perdere.
Voto: 5/5
*le foto presenti nel Post sono state scattate da me*
*le foto presenti nel Post sono state scattate da me*
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