venerdì 27 gennaio 2017

5 Libri per non dimenticare ...

Ciao Lettori,
l'appuntamento con la Rubrica 5 Cose che ...
oggi è dedicato alla commemorazione delle vittime dell'Olocausto.
Una tragedia terribile che ha segnato la storia dell'umanità rivelando tutto il male che può celarsi in un individuo.


5 Libri per non dimenticare


Cinque cerchi e una stella di Andrea Schiavon

 5 settembre 1972, ore 4:30, villaggio olimpico di Monaco di Baviera. Un commando di terroristi palestinesi di Settembre nero fa irruzione negli alloggi della squadra israeliana. Comincia così la pagina più tragica della storia delle Olimpiadi e si concluderà solo 20 ore dopo con le cifre di una strage: 17 morti tra cui 11 israeliani, 5 palestinesi e un poliziotto tedesco. In quella squadra c'è anche Shaul Ladany, marciatore, l'unico sportivo israeliano che era sopravvissuto, bambino, a un campo di concentramento: Bergen-Belsen, lo stesso in cui morì Anna Frank. Per la seconda volta Ladany riesce a sopravvivere alla storia. Ladany è un docente di ingegneria prestato all'atletica, capace di incastrare allenamenti estenuanti tra una lezione e l'altra. La sua vita è stata un'infinita sequenza di chilometri, quasi un Forrest Gump che ha attraversato il XX secolo lasciando un segno a ogni passaggio. Vive il '68 a New York da studente della Columbia, combatte la Guerra dei Sei Giorni e quella di Yom Kippur, nel 1973, quando per difendere Israele rientra dagli Stati Uniti pagandosi il biglietto dell'aereo. Da Eichmann a Sharon, da Bikila agli All Blacks, da Nixon alla Thatcher: ci sono tutti nella marcia di Ladany. Andrea Schiavon racconta la vita di quest'uomo straordinario e con lui ripercorre le tappe di un intero secolo di eventi.


Io non mi chiamo Miriam di Majgull Axelsson

 "Io non mi chiamo Miriam", dice di colpo un'elegante signora svedese il giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, di fronte al bracciale con il nome inciso che le regala la famiglia. Quella che le sfugge è una verità tenuta nascosta per settant'anni, ma che ora sente il bisogno e il dovere di confessare alla sua giovane nipote: la storia di una ragazzina rom di nome Malika che sopravvisse ai campi di concentramento fingendosi ebrea, infilando i vestiti di una coetanea morta durante il viaggio da Auschwitz a Ravensbrück. Così Malika diventò Miriam, e per paura di essere esclusa, abbandonata a se stessa, o per un disperato desiderio di appartenenza continuò sempre a mentire, anche quando fu accolta calorosamente nella Svezia del dopoguerra, dove i rom, malgrado tutto, erano ancora perseguitati. Dando voce e corpo a una donna non ebrea che ha vissuto sulla propria pelle l'Olocausto, Majgull Axelsson affronta con rara delicatezza e profonda empatia uno dei capitoli più dolorosi della storia d'Europa e il destino poco noto del fiero popolo rom, che osò ribellarsi con ogni mezzo alle SS di Auschwitz. Io non mi chiamo Miriam parla ai nostri giorni di crescente sospetto verso l'"altro" interrogandosi sull'identità - etnica, culturale, ma soprattutto personale - e riuscendo a trasmettere la paura e la forza di una persona sola al mondo, costretta nel lager come per il resto della vita a tacere, fingere e stare all'erta, a soppesare ogni sguardo senza mai potersi fidare di nessuno.

I giusti d'Italia. I non ebrei che salvarono gli ebrei (1943 - 1945) di AA. VV.

 Il titolo di 'Giusto tra le nazioni' designa chi, non ebreo, abbia manifestato un atteggiamento amichevole nei confronti degli ebrei. Lo Yad Vashem, il più grande memoriale del mondo per le vittime della Shoah, attribuisce questo titolo ai non ebrei che durante la seconda guerra mondiale hanno soccorso ebrei in grave difficoltà senza alcun vantaggio personale ma, al contrario, rischiando in prima persona. Ancora oggi, ad ogni nuovo giusto vengono consegnati una medaglia e un diploma d'onore, durante una cerimonia che si svolge sia a Gerusalemme che nel paese d'origine. Qui sono raccolte le storie di questi uomini e di queste donne che hanno salvato non solo la vita di molti ebrei, ma anche la dignità umana e l'onore dei loro compatrioti.


Il bambino nascosto di Isaac Millman

  Di fronte alla spietata macchina nazista predisposta all'annientamento, nascondersi era vitale per sfuggire all'orrore dei campi di sterminio. L'Europa, in quei tragici anni, si riempì di bambini nascosti, costretti a rinunciare alla propria identità e a rispondere a un nome diverso per rimanere vivi. In quest'album un bambino nascosto, Isaac, autore del libro, racconta con semplicità la propria odissea nella Francia occupata, fatta di pericoli e nascondigli, di incontri con persone egoiste o generose, di momenti tragici e di piccole inattese felicità.


 L'amico ritrovato di Fred Uhlman

Nella Germania degli anni Trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L'uno è figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. "L'amico ritrovato" è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Spagna, Germania, Israele, Portogallo. Introduzione di Arthur Koestler.

4 commenti:

  1. Ciao! DI Io non mi chiamo Miriam ho letto la trama proprio di recente, sembra davvero un "bel" libro ^^

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    1. Ciao! Si, secondo me è una storia che andrebbe letta e fatta conoscere anche ai più giovani. E' importante conoscere perchè non si ripetano gli stessi errori.
      Ho segnalato questa uscita dell'Iperborea molto volentieri.

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  2. ciao
    grazie per avermi fatto conoscere nuovi titoli di libri su questo tema.

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    1. Ciao! Ho cercato di scegliere dei libri non scontatissimi. Negli ultimi anni ne sono stati pubblicati di molto interessanti ed è giusto parlarne.
      Un salutone
      Leryn

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